“Memento homo quia pulvis est et in pulverem reverteris”

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Con questa locuzione latina la Chiesa Cattolica ci ricorda che non siamo fatti solo di materia, ma anche dotati di “ascolto” nel porre in essere il Vangelo e renderci partecipe di questa n/s vita.

Mentre ogni giorno la vita ci porta a disputare fra di noi, si fanno congetture sul n/s sistema sociale, si “viaggia” nell’indeciso e si ricerca avidamente il “potere” mentre i variegati problemi sociali tanto decantati, gravi ed ugualmente urgenti languono nel nulla, siamo portati a non pensare al domani .

Lo Stato Sociale, quello che “deve” essere presente innanzi alle necessità della gente è assente e per questo questa locuzione ci sveglia dal torpore in quanto manca l’impegno del nostro essere ed è carente un’impostazione programmata da parte del n/s essere .

Nella meditazione sulla vita Giovanni Paolo II° con la XI° Enciclica “Evangelium vitae” esorta la comunità in difesa della vita “dal concepimento al declino”, richiamo che sempre perviene da Papa Francesco e dalla Chiesa Cattolica ed alle volte anche da altre Confessioni .

La comunità nazionale, al di là di ogni schematismo o credo politico, deve farsi carico della difesa della vita umana e della dignità di ogni cittadino, affinché il fenomeno dell’emarginazione degli anziani, dei disabili, dei malati terminali, non deve avvenire, né essere una situazione da “usare” in maniera “sui generis”.

Parafrasando la famosa frase di Pilato rivolta a Gesù “quid est veritas? , coloro che non sanno dare una concreta risposta, non vogliano ripetere il comportamento del Proconsole romano che trascurò di attendere le parole che sono state sulle divine labbra di Gesù che rispose “est vir qui adest”!

Si è l’uomo che sta innanzi con tutti i suoi problemi basati, soprattutto, sulla giustizia sociale, ma carente di ricerca del Dio Salvatore.

E’ tempo di ricercare, di interpretare, di valutare la gente semplice e solidale che vuole essere presente in una convivenza e connivenza civile più aderente alle necessità reali, uscendo dal campo sterile delle parole per entrare in quello fecondo delle realtà e della concretezza .

Prevedere significa amministrare. Non lo si dimentichi!

Bisogna dare una priorità alle “cose” e renderci conto che il domani, almeno per i cristiani, siamo polvere !

E con le sagge parole del Santo Giovanni Paolo II° :” Andiamo avanti con speranza “ !

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