“È essenziale, doveroso, non procrastinabile che le autorità sanitarie e pubbliche adottino opportuna vigilanza al fine di garantire a ogni persona il diritto a continue e specifiche cure fino al compimento naturale dell’uomo malato”.
Lo afferma l’associazione “Cristiani per servire” in una nota diffusa oggi. “Non crediamo che necessitano stimoli per sollecitare cure per lenire i mali verso il mondo della disabilità, della sofferenza, del dolore”. “La Chiesa cattolica e Papa Francesco invitano a porre una riflessione nel valutare il mondo della sofferenza, anche di quello dei ‘più dimenticati o emarginati’”. “Essere in ascolto, in grande ascolto, delle necessità degli infermi con una efficiente solidale assistenza e solidarietà, è problema di sanità pubblica.
Alle grandi conquiste nella tutela della salute, non si possono e non si devono dimenticare i tentativi di legalizzare l’eutanasia, discriminando, per non dire eliminare, le nuove ricorrenti emarginazioni dettate dalle situazioni in cui “vivono” i malati”. “Siamo di fronte a una superficiale cultura che sottrae alla ragione il perché si soffre e si muore ed è necessario affrontare con la logica le motivazioni che ogni persona porta nella propria coscienza, mentre va aumentando il permissivismo, con un relativismo che dilaga, mortifica e modifica la dimensione etica della vita”.
Agenzia di Stampa della CEI ( Conferenza Eiscopale Italiana )
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