Bomba molotov contro i Servizi sociali

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Finestra dell’assessorato rotta per introdurre l’ordigno, danni agli uffici. L’ipotesi della vendetta per la pratica di un minore

di Adriano Agatti e Donatella Zorzetto

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Una bottiglia incendiaria nell’Ufficio minori dell’assessorato dei Servizi sociali,al piano terra di corso Garibaldi 69. Qualcuno l’ha lanciata tra venerdì sera e sabato, ma la custode del Comune l’ha scoperta solo domenica mattina. L’incendio ha danneggiato le tende, il vetro della finestra, e ha annerito una parte del muro. Le fiamme non si sono propagate per l’assenza di ossigeno: la porta della stanza infatti era chiusa. Gli agenti della squadra mobile hanno aperto un’inchiesta, e sembra che gli investigatori, grazie alle testimonianze degli assistenti sociali, abbiano imboccato la pista giusta. Le indagini sono infatti concentrate su una persona che, per una pratica relativa ad un minore, avrebbe avuto un discussione molto accesa con gli assistenti sociali. E non sarebbero mancate le minacce.

L’episodio ha colpito soprattutto i dipendenti comunali che ai Servizi sociali lavorano ogni giorno. Ieri gli uffici sono rimasti chiusi per motivi di sicurezza: riapriranno oggi. Tra quei locali, vicini alla stanzetta affumicata dalle fiamme, il personale, riunito in capannelli, ieri mattina commentava incredulo. L’assessore ai Servizi sociali, subito informata dell’accaduto, li ha contattati per verificare la gravità dell’accaduto. «I nostri operatori sono continuamente a contatto con casi delicati – ha spiegato Moggi –. Questi episodi non dovrebbero accadere, ma purtroppo si verificano. Comunque noi andiamo avanti».

Questi fatti. La sede dei Servizi sociali del Comune era stata chiusa venerdì scorso verso le 19. Il piromane potrebbe essere entrato in azione forse la notte stessa. Dalla prima ricostruzione sembra che sia arrivato dal parco giochi di via Darsena. Poi ha scavalcato il muretto ed è entrato nel palazzo di corso Garibaldi che, una volta, era la sede dell’ex Pio dei sordomuti. Sempre favorito dall’oscurità, si è avvicinato alla finestra, al piano terra, dell’ufficio dove vengono trattate le pratiche dei minori, ha rotto il vetro della finestra e ha riempito di liquido infiammabile un contenitore di plastica. Poi l’ha appoggiato sul termosifone che si trova sotto la finestra e gli ha dato fuoco.

Le fiamme, nel giro di qualche secondo, si sono alzate all’interno dell’ufficio. Il piromane si è allontanato velocemente: nessuno l’ha visto. Forse le sue intenzioni erano quelle di provocare un rogo di vaste proporzioni. Non è stato così per la mancanza di ossigeno nella stanza chiusa. Le fiamme, infatti, si sono spente da sole. Nessuno si è reso conto di quello che era successo nell’ufficio.

L’incendio doloso è stato scoperto domenica mattina quando la custode del Comune è andata nella sede di corso Garibaldi a sbrigare dei lavori. Ha aperto la porta e ha visto i muri anneriti dalle fiamme. La donna ha subito avvisato i responsabili di palazzo Mezzabarba e la polizia con una telefonata al 113.

Sul posto sono arrivati gli agenti della squadra volante che hanno eseguito i primi accertamenti insieme ai colleghi della scientifica. Le assistenti sociali sono state sentite come testimoni negli uffici di via Rismondo.

L’inchiesta ha subito

abbandonato la pista politica ed è stata affidata alla squadra mobile. L’ipotesi della vendetta a seguito di un litigio per una vicenda legata a un minore sembra decisamente la più probabile.

Intanto la struttura ieri è rimasta chiusa per motivi di sicurezza: oggi aprirà al pubblico.

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