Il progetto guantini bianchi di Simona Lo Iacono

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Il progetto “Guantini bianchi”, ideato e realizzato da Simona Lo Iacono, con l’ausilio della storica libreria “La casa del libro” (retta dalla attivissima Marilia Di Giovanni), della associazione “Sicilia Turismo per tutti” (presieduta da Bernadette Lo Bianco) e del coro di mani bianche del Collegio Sacro cuore di Siracusa (diretto da Silvia Simonelli), è il frutto di una sinergia di forze e di intenti.
In esso confluisce lo sguardo letterario, la suggestione musicale e il mondo della disabilità.
Partiamo da quest’ultima per chiedere a Simona Lo Iacono…

-Che cos’è la disabilità?

Che cos’è la disabilità se non un diverso modo di approcciarsi alla realtà?
In verità chi vive una situazione di fragilità coltiva solo una maniera meno usuale di stare al mondo, e non è diverso da noi, che cerchiamo comunque la nostra dimensione, che ci sforziamo di adattarci alla realtà, che la interpretiamo con i nostri sensi, la nostra storia personale, la nostra sensibilità.
Pertanto, ogni diversità non è che una “unicità” che – in qualche modo – ci accomuna profondamente al vissuto dell’altro. Infatti non è solo il disabile a potersi dire fragile, precario, in difficoltà.
Lo siamo tutti.
Dalla “debolezza”, si può quindi trarre un importante insegnamento per la propria vita. Non solo come trasformare le minorità in opportunità, ma soprattutto come cambiare “sguardo”.
Il cambio di prospettiva è fondamentale per la crescita umana. Impedisce all’Io di ingigantire, permette il rispetto, la pietà, l’apertura.
Consente anche di guardare all’altro come a un compagno indefettibile del nostro cammino.

-Perché unire la disabilità al mondo della parola?
Perché nel percorso di avvicinamento alla diversità, la parola letteraria è una grande alleata.
Intanto perché un libro costringe necessariamente a un mutamento di prospettiva. Immedesimarsi nei personaggi, siano essi positivi o negativi, impone giudizio, senso critico, ma soprattutto un salutare “cambiamento di stato e di pelle”.
Entrare nella storia di un personaggio impone infatti di vivere i suoi pensieri, i suoi dolori, le sue aberrazioni e le sue rinascite. Abitua ed allena alla solidarietà, alla capacità di fare nostro il destino degli altri.
Inoltre la “parola” funge da ponte.
E’ ciò che mette in comunione, ma anche ciò che – se usato male – può dividere.
Approcciarsi alla parola letteraria, e a un percorso di lettura, abitua dunque alla RELAZIONE e alla responsabilità nell’uso della parola.
Ma la relazione è anche del gesto, del corpo, dello sguardo. A maggior ragione se la parola affronta il problema di una disabilità, può essere affidata ad altre strade.
Pensiamo agli alfabeti dei disabili, ma anche alla magnifica gestualità della lingua LIS, la lingua italiana segni, che trasforma il segno semantico in  interpretazione.
Imparare la lingua LIS quindi vuol dire fare non solo una esperienza linguistica, ma anche artistica, perché spesso i segni procedono per immagini, per evocazione. Il LIS è un linguaggio poetico, perché deve non solo DIRE ma suscitare il pensiero e la fantasia.

-Appunto, che cos’è la  LIS?
La lingua dei segni Italiana, in acronimo LIS, è una lingua naturale veicolata attraverso il canale visivo-gestuale e utilizzata nel territorio italiano da parte dei componenti della comunità sorda, che possono essere sordi o udenti, segnanti nativi o tardivi.

-Parliamo adesso del laboratorio “GUANTINI BIANCHI”. Cosa si propone?
Si propone di stimolare la riflessione sulla PAROLA in tutte le sue dimensioni. Come relazione, come responsabilità, come vettore di emotività, come canale di scambio, come condivisione della minorità.
Pertanto, in collaborazione con la libreria Mascali di Marilia Di Giovanni, l’associazione “Sicilia turismo per tutti” e il coro di manine bianche di Suor Ester (magistralmente diretto da Silvia Simonelli, insegnante LIS), ho pensato di proporre un laboratorio di letture, parole scritte, parlate e interpretate.
Ogni mese infatti presenterò un libro sulla disabilità, accompagnato puntualmente dal coro di manine bianche, che interpreterà una canzone a tema con la lingua dei segni.
Il partecipante seguirà la storia narrata dal romanzo, e quindi la parola scritta e letta, ma al tempo stesso sarà accompagnato in un percorso di apprendimento della musica in LIS, attraverso la direzione di Silvia Simonelli e del coro di manine bianche.
A fine percorso, i partecipanti – avendo appreso la canzone proposta in LIS – saranno invitati a “cantarla” anzi a interpretarla, muniti di guantini bianchi, per far passare attraverso il proprio corpo la parola dell’altro, lo sforzo dell’altro, ma anche l’emozione e la difficoltà di chi vive una situazione di minorità.
Il laboratorio tende a insegnare dunque che l’arte può essere un utilissimo mezzo di aggregazione e di acquisizione della pietà umana, della responsabilità e della solidarietà.

-A chi è diretto ?
Principalmente ai ragazzi delle scuole medie superiori, ma anche a docenti, poeti e sognatori.

-Quali libri sono coinvolti nel percorso?
Sono stati selezionati i seguenti testi, tutti aventi ad oggetto una storia di minorità:

Gli incontri si terranno presso la libreria Mascali, “La casa del libro”, Siracusa, Via Maestranza, in tre pomeriggi alle ore 18:
20 ottobre (Se ti abbraccio non avere paura)
10 novembre (Sirena)
1 dicembre (Non volare via)

Grazie di cuore, vi aspetto!

-Tanti complimenti e tanto successo al progetto “Guantini bianchi”, cara Simona.

https://letteratitudinenews.wordpress.com

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