Sorda dalla nascita, i compagni di classe della Brandolini di Oderzo della 15enne Rita imparano la lingua dei segni per starle vicino

0
359 Numero visite

di Annalisa Fregonese

Per riuscire a dialogare con Rita, 15 anni, sorda dalla nascitai suoi compagni di classe hanno imparato la lingua dei segni. Pure gli insegnanti si sono impegnati per apprenderne i rudimenti, per strutturare un percorso formativo apposito per Rita.

Risultato: la studentessa è felice, perfettamente in linea con il programma scolastico e proiettata verso un futuro di autonomia. «L’alternativa – spiega Marula Furlan, tutrice di Rita – era un “parcheggio” in una scuola e poi in un centro diurno per disabili. E non è giusto, anche solo sul piano economico. Rita e tanti ragazzi come lei, hanno dentro molte risorse in grado di renderli autonomi. Perchè li dobbiamo trasformare in un peso a carico della società? Nel mio caso specifico alla tenacia della nostra famiglia si è aggiunta una scuola, appunto l’Engim, che ha raccolto la nostra richiesta, con grandissima disponibilità si è messa alla prova ed i risultati sono arrivati».

Per dirla con il linguaggio burocratico, Rita è una ragazza “certificata”, è confermato che deve avere un insegnante di sostegno a scuola.

Il percorso scolastico per una ragazzina sorda

«Questa figura non è prevista, per legge, nei centri di formazione professionale prosegue Furlan – C’è nei licei, negli istituti professionali dove però il percorso di studi è impegnativo e lungo, non adatto a un giovane come Rita. Conoscevo l’istituto Brandolini per averlo frequentato, sapevo che l’Engim ha un’ottima reputazione. All’inizio avevano respinto la nostra richiesta, non avendo l’insegnante di sostegno. A quel punto abbiamo deciso di mettere a disposizione della scuola l’educatore che lo Stato ci passa per Rita. Risultato: Rita che era uscita provata dalle scuole medie, con una brutta esperienza, che in una qualunque altra scuola sarebbe andata in frustrazione con un crollo totale dell’autostima, al corso professionale è rinata: è felice, è stata accolta da insegnanti e compagni, porta orgogliosa a casa i prodotti del suo lavoro che vengono consumati in famiglia e mostrati con orgoglio ad amici e parenti». «E’ stata una bella sfida – riferisce Alberto Pessa, portavoce di Engim Brandolini – ci siamo impegnati tutti e questo primo percorso di studi ha avuto ottimo esito. I suoi compagni hanno imparato la lingua dei segni, pure gli insegnanti si sono messi in gioco volendo comunicare con lei. Rita ha un percorso di apprendimento personalizzato, messo a punto con lei.

È una ragazzina positiva, tanto che fa da traino alla classe. I suoi compagni non si sono fatti tanti problemi». Fra paste frolle e bignè, la ricetta che Rita ama sopra tutte è quella della pizza. Ne sta studiando una da replicare in Kenya, dove tornerà quest’estate perchè ha mantenuto contatti con il suo paese d’origine.

 

 

Notizie nella posta

Riceverai nella tua posta tutti gli aggiornamenti sul mondo
di MP Iscriviti gratuitamente ⤹