di Valerio Esca

Inizio scuola a rischio per due bambini disabili su tre. Settembre è alle porte e si avvicina il suono della campanella che sancirà l’avvio dell’anno scolastico.

Come da tradizione, anche per il 2022, a Napoli, nelle scuole materne comunali, si ripropone la problematica relativa alla carenza atavica di maestre di sostegno. L’allarme si riaccende ogni qualvolta si avvicini l’apertura dei cancelli. Un’emergenza che proprio non si riesce ad affrontare alla radice e che nel migliore dei casi si rivolverà tra ottobre e novembre. Intanto i bambini disabili che fine fanno? Restano a casa per due mesi e mezzo, com’è accaduto anche nel 2021.

Con dati alla mano si riesce a fotografare plasticamente l’entità del problema. Le maestre municipali a tempo indeterminato sono circa 300. A queste si aggiungeranno 50 nuove assunzioni previste dal concorsone comunale bandito il 9 agosto (le domande si potranno presentare fino all’8 settembre). In totale saranno quindi 350. Ce ne sono poi altre 140, che hanno un incarico di un anno e sono a tempo determinato. Soltanto 35 posseggono il titolo abilitante per il sostegno, a fronte di circa 150 bambini con disabilità iscritti alle scuole materne gestite direttamente da Palazzo San Giacomo. A lanciare l’allarme è il coordinatore generale aree funzionali della Cisl Agostino Anselmi: «L’indebolimento dell’offerta formativa degli asili e scuole materne comunali, si ripete anche nell’approssimarsi del nuovo anno scolastico. Non solo non si sono risolti i problemi degli anni precedenti – spiega Anselmi -, ma si prosegue nel cedere parte dell’offerta formativa ad associazioni private. Da questo corollario si comprende perché i numeri e le modalità assunzionali sono quelle che la Cisl funzione pubblica denuncia senza essere ascoltata». La Cisl aveva chiesto al Municipio di mettere a bando 100 posti per maestre di sostegno, invece dei 50 posti per maestre nel ruolo ordinario. Difatti il sindacalista rimarca come «la maestra di sostegno abbia un titolo abilitante in più rispetto a quelli della maestra su posto ordinario. Una maestra con sostegno può essere impiegata su posto o ordinario. Non viceversa». Come sbrogliare la matassa? «Solitamente si attingeva alle graduatorie provinciali, nelle quali non sono disponibili le necessarie figure a coprire i buchi in organico. Tra l’altro – sottolinea Anselmi -, il Comune utilizza le graduatorie in maniera residuale rispetto allo Stato. Dunque eventuali aventi il titolo per il sostegno le assorbe lo Stato».

Tirando le somme: non tutti i bimbi iscritti alle materne comunali avranno la maestra di sostegno a inizio anno. Il sindacalista poi tuona: «Cosa succederà adesso: non andranno a scuola? Ci andranno senza il sostegno? Oppure avranno una maestra precaria adattata al sostegno pur non avendo il titolo abilitante? Si ripete, poi, l’assurdità di proporre alle incaricate un contratto di quattro ore giornaliere e non di sei come avviene per le maestre su posto ordinario. Chi volete che accetti il sostegno?». L’anno scorso ci sono voluti più di due mesi per coprire tutte le carenze in organico. Nel 2021, per le scuole materne (da 3 a 6 anni), su 650 convocazioni, ad accettare inizialmente furono soltanto in 44. Come se non bastasse in giunta manca ancora l’assessore comunale all’Istruzione. Dopo la scomparsa prematura di Mia Filippone, il sindaco Gaetano Manfredi si è messo alla ricerca di un profilo tecnico che potesse coprire la casella. In questi giorni si dovrebbe chiudere il cerchio e arrivare alla nomina. Intanto, sempre sul fronte scuola, è stata convocata una commissione consiliare in seguito alla pubblicazione di un avviso pubblico, attraverso il quale si cercano privati che vogliano dare supporto all’Ente «per migliorare i servizi». Il budget ammonta a 730mila euro.

 

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