Comprendere la disabilità uditiva da chi la vive in prima persona

"Abbiamo sperimentato l'alfabeto della lingua dei segni"

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Giovedì 21 aprile la mia scuola, l’Istituto Professionale “Lanino” , ha offerto ad alcuni di noi studenti l’opportunità di partecipare all’incontro con una rappresentante dell’Ente Nazionale Sordi, la dottoressa Raffaella Serchione e la sua interprete della Lingua Italiana dei Segni Rita Soster. Le due ore trascorse si sono rivelate molto interessanti e gli argomenti trattati pertinenti con il percorso di studi che abbiamo intrapreso.

Da poco infatti, noi ragazzi delle classi quarte del corso per la Sanità e l’Assistenza Sociale, abbiamo studiato la disabilità uditiva ed è stato bello poter comprendere meglio ciò che abbiamo imparato attraverso gli occhi di una persona che vive la condizione della sordità. La dottoressa Serchione si è mostrata disponibile a chiarire ogni nostro dubbio o semplice curiosità ed è stata esaustiva nella spiegazione dei metodi di comunicazione usati anche grazie all’intervento della sua interprete Rita Soster con la quale ha comunicato costantemente.

Durante l’incontro ci è stato spiegato come fanno le persone sorde a guidare l’automobile e la dottoressa Serchione ha manifestato tutta la sua simpatia e la capacità empatica narrando alcuni episodi davvero divertenti. Ci ha davvero colpiti con il suo entusiasmo e la capacità di affrontare situazioni scontate per le persone udenti, ma ben più difficili per chi non può sentire.

Esistono situazioni faticose e non facili da affrontare per le persone sorde; la nostra società non è si ancora attrezzata a rispondere ai bisogni di chi non può utilizzare l’udito anche se la tecnologia ha consentito grandi passi avanti. Non dimentichiamo che l’accesso a servizi essenziali, come quelli sanitari o per il tempo libero come la visita di un museo, non si sono ancora adeguati.

Quando non si utilizzava la Lis i bambini sordi erano sottoposti a sistemi di apprendimento difficoltosi ed estenuanti per imparare a comprendere e pronunciare le parole senza poterle udire. Non tutti riuscivano a raggiungere una buona conoscenza della lingua italiana necessaria per comunicare o per studiare. Oggi per fortuna esistono particolari modelli di inclusione come la scuola di Cossato dove dall’infanzia alle secondarie di primo grado tutti, allievi, insegnati, operatori e
genitori apprendono e comunicano con la Lis.

Anche noi abbiamo potuto sperimentare in prima persona questo metodo comunicativo attraverso l’alfabeto Lis in cui ogni lettera corrisponde a un segno. Questo alfabeto viene per lo più utilizzato per indicare i nomi proprio e i termini non ancora inseriti nel vocabolario Lis, una lingua in continua evoluzione. E’ stato divertente e interessante provare a “segnare” nella speranza che questa lingua possa diffondersi sempre di più.

Mi auguro che la nostra scuola continui a offrirci opportunità come queste in modo da acquisire sempre maggior consapevolezza della diversità e di tutto ciò che avere capacità diverse comporta. Queste esperienze sono importanti per le professioni che potremmo scegliere in futuro, ma costituiscono anche opportunità autentiche di arricchimento personale.

Chiara Montesano
Classe IV B SSAS

Istituto professionale “ Lanino”

 

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