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martedì 19 Marzo 2024
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Sci senza barriere, lo slalom di Mauro per insegnare ai ragazzi disabili come lui

«Sono paraplegico e insegno sci ai disabili, ma per l’Italia non posso essere un maestro di sci»

Punta a essere il primo maestro di sci per ragazzi con la sua stessa disabilità. «Figura che in Italia non è riconosciuta». I test in Valtellina e l’assist della Regione

«Ricordo mio padre. Non avevamo possibilità economiche, mi portava sulle piste e per non pagare lo skilift mi tirava con il bastoncino fino in cima: non scorderò questi sacrifici. E non mi arrenderò proprio ora». Mauro Bernardi ha 43 anni. 

Originario di Gazzaniga (Bergamo), è paraplegico. Ha mantenuto il parziale uso di una gamba, ma si muove solo con la sedia a rotelle. Nell’agosto 2005 era alla guida del suo camion quando è rimasto coinvolto in un incidente. Ha dovuto reinventarsi una vita e lo ha fatto dedicandosi alla passione più grande: lo sci. Da quasi 10 anni combatte perché gli venga riconosciuto il titolo di maestro di sci disabile che insegna a chi ha il suo stesso handicap. Sarebbe il primo in Italia.

Nel 2011 Mauro ha partecipato ai campionato italiani classificandosi al terzo posto in slalom. La svolta arriva dopo pochi mesi. Supera il test di ammissione per l’accesso ai percorsi formativi organizzati da Snowsports Academy a San Marino, frequenta un corso di 840 ore, a maggio del 2013 ottiene il brevetto di istruttore di terzo livello per insegnare ai disabili. «Sono dovuto andare a San Marino perché in Italia un paraplegico non può diventare maestro di sci. Ho affrontato anche test europei per il soccorso in valanga. Vorrei solo aiutare chi si trova nelle mie stesse condizioni, ma le carte bollate non lo consentono». Almeno formalmente perché in realtà Mauro non ha mai smesso di insegnare ai portatori di handicap come lui. Insieme all’amico brianzolo Daniele Rigamonti, ha fondato la onlus Enjoyski, da cui è nata anche una scuola sci (aperta a tutti) con sedi a Chiesa Valmalenco e in Valgerola (Sondrio).

Dà lezioni gratuite facendosi accompagnare, nel rispetto della normativa, da maestri di sci normodotati che vengono regolarmente pagati dalla onlus. Iniziative benefiche hanno consentito di acquistare una decina di monosci da prestare ai principali sci club della Lombardia. «Così da permettere anche ai ragazzini paraplegici di accostarsi a questo sport. Lo scorso anno ne ho seguiti una trentina, in questa stagione rallentata dalla pandemia mi sono dedicato solo agli atleti riconosciuti dalla federazione». Regione Lombardia nel 2013, su proposta dell’allora consigliere Lara Magoni, aveva approvato una mozione che sembrava aver reso possibile il sogno di Mauro, cancellando il requisito di sana e robusta costituzione per accedere ai corsi per maestri di sci.

Recentemente c’è stato anche il riconoscimento della figura del «dimostratore», un disabile che può affiancare l’insegnante. «Ma andrebbe modificata la legge quadro nazionale e dovrebbero essere organizzati corsi di formazione ad hoc», spiega il sottosegretario lombardo con delega allo sport Antonio Rossi. Come è stato fatto per normare gli insegnanti di snowboard. «Sono abilitata per insegnare ai disabili, ma non potrò mai essere brava come Mauro, perché non vivo le stesse difficoltà. È una battaglia di dignità», aggiunge Magoni. «Papà quando sarò grande farò cambiare questa cosa, mi ha detto mio figlio Pietro. Ha solo dieci anni. Per lui il mio lavoro è il maestro di sci», sorride Mauro Bernardi.

 

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Mario Parisella, classe 1959, è molto orgoglioso di essere sordomuto e non semplicemente sordo, che ha realizzato in proprio fino ad oggi ed in forma del tutto volontaria
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