La figlia: “Rischiamo di perdere questa opportunità unica, mio padre chiuso in casa per sempre”

L‘esperienza dell’isolamento, con la pandemia, l’abbiamo provata tutti e per tutti è stata una prova forte. Forse anche per questo stupisce questa la mancanza di empatia e solidarietà nei confronti di una persona invalida costretta a stare chiusa nel suo appartamento del terzo piano proprio quando invece, grazie al superbonus, potrebbe finalmente avere quell’ascensore che la sua famiglia non si è mai potuta permettere.

Erika Bertossi

E’ la storia del signor Emo, 83 anni, ex artigiano colpito da un ictus quando ne aveva solo 40, invalido grave e residente da sempre nella sua casa di Borgo Panigale.

Immagine di repertorio

A raccontarla è la figlia Elisa, che come ultima spiaggia ha deciso di rendere pubblica l’intera vicenda, sconcertata da quanto accade: “La situazione attuale è che papà non cammina più e vive su una sedia a rotelle tutto il giorno. Non esce di casa da quasi 15 anni, se non con l’ambulanza per fare delle visite mediche o per dei ricoveri: la sua vita sociale è praticamente annullata. Qualcuno viene ancora a trovarlo, ma ormai anche queste persone fanno fatica a fare tre piani di scale. Un suo caro amico, purtroppo deceduto l’anno scorso, per salire da lui si portava dietro una seggiolina da campeggio per fare una sosta a ogni pianerottolo e neppure le sue due sorelle ultraottantenni non sono più riuscite a vederlo e sono morte entrambe di Covid l’anno scorso. Nel frattempo, anche la mia mamma che ha 81 anni è diventata disabile e anche lei è costretta a spostarsi con il deambulatore. Esce raramente per la difficoltà a salire e scendere le scale”. Elisa si è rivolta a Confabitare (Associazione Proprietari Immobiliari) per avere un aiuto, ma il tempo stringe e burocrazie e mediazioni potrebbero arrivare tardi facendo sfumare la possibilità di usufruire del superbonus. La donna ha inoltre informato dei fatti anche il disability manager del Comune di Bologna e l’ANMIC Bologna (Associazione Nazionale Mutilati Ed Invalidi Civili).

Andiamo per ordine. Ci spiega cosa sta accadendo alla sua famiglia e perchè il progetto di installazione dell’ascensore è stato prima accolto e poi rimesso in stand-by? 

“Premetto che i miei genitori vivono con la sola pensione minima di papà, la sua indennità di accompagnamento e un contributo povertà concesso dal Comune di Bologna di 94 euro, l’ISEE è di circa 8 mila euro, mamma non ha pensione perché il reddito di papà supera di 200 euro il limite per richiedere quella sociale, mentre la pensione di cittadinanza non è richiedibile in quanto hanno l’appartamento di proprietà. Io ovviamente integro con il mio stipendio, altrimenti non ce la farebbero.

Nel 2006 interpellai il CAAD del Comune di Bologna per studiare la fattibilità dell’installazione di una piattaforma elevatrice nella tromba delle scale. All’epoca il condominio ne concesse l’autorizzazione, ma visto che solo alcuni condomini (4 su 20) partecipavano alla spesa, abbiamo dovuto desistere a causa dei costi eccessivi che avremmo dovuto sostenere vista l’esiguità dei favorevoli. Quest’anno il condominio ha deciso di intraprendere una riqualificazione energetica con il superbonus 110% con delibera del 3 marzo 2021. Due giorni dopo ho inviato una pec all’amministratore e allo studio che segue l’asseverazione energetica, chiedendo di inserire come lavoro trainato anche la piattaforma elevatrice, previa valutazione di fattibilità e di rispetto della normativa vigente, in quanto entrambi i miei genitori ultraottantenni sono portatori di handicap grave (art. 3 comma 3, Legge 104/1992)”.

“Emo era un produttivo artigiano bolognese che una notte andò a letto sano e il giorno dopo a causa di un Ictus si svegliò disabile. Tante le peripezie della moglie per mandare avanti la casa, lavorare e poter permettere alla figlia di studiare. Emo è chiuso in casa da quasi 15 anni anni perché abitando al terzo piano e non potendosi permettere di comprare e installare un ascensore è costretto in casa. Quest’anno l’opportunità di far rientrare l’elevatore nel superbonus dà delle speranze, ma alcuni condomini temono degli svantaggi e uno di loro impugna la delibera nonostante la relazione a favore degli ingegneri”

“Da aprile a luglio una parte del condominio, l’amministratore e l’asseveratore mi hanno fatto fare una serie di interpelli (Agenzia delle Entrate, ENEA, ufficio urbanistico del Comune di Bologna) sostenendo che ormai la piattaforma elevatrice non era più inseribile nel superbonus. A tutti questi interpelli, trovando sempre persone disponibili e comprensive, ho sempre avuto risposte positive così che è stato possibile abbattere tutti i paletti che via via venivano messi. Ancora, sono stata costretta a trovare personalmente un ingegnere strutturista che accettasse l’incarico, cosa assai complicata in questo momento, considerato la quantità di cantieri aperti: fortunatamente un caro amico di famiglia è accorso in nostro aiuto. Quindi superate tutte queste difficoltà, avuto l’assenso finale  all’asseverazione all’interno del Superbonus anche dell’ascensore, siamo arrivati alla riunione condominiale del 7 luglio in cui finalmente si delibera per l’installazione della piattaforma elevatrice: favorevoli 9 condomini su 20 (per il Superbonus bastano 1/3 dei proprietari favorevoli e non i 500 millesimi).
Un architetto ha eseguito i disegni e ha presentato in Comune una richiesta di deroga alla legge 13/89 in quanto per poter realizzare la piattaforma nella tromba delle scale occorrono dimensioni ridotte della stessa (la deroga è attesa entro fine settembre e da lì si partirebbe con il progetto esecutivo). Dal 29 settembre 2021 entra in vigore, poi, il nuovo piano urbanistico generale del Comune di Bologna, dovesi parla di Abbattimento Barriere Architettoniche ed in particolare dove la larghezza delle rampe delle scale può essere diminuita a 80cm al netto del corrimano e si parla di ‘adeguamento virtuoso’.

Però qualcuno si è messo di traverso e rischiate di non poter accedere al superbonus per fare l’ascensore? 

“Sì. Purtroppo, il 30 luglio un condomino ha impugnato la delibera, adducendo, tra le altre, motivazioni statiche che danneggerebbero la stabilità dell’immobile: io però ho la relazione di ingegnere/architetto che firmeranno il progetto. Ora dobbiamo procedere con la mediazione ed eventualmente iniziare un contenzioso legale che non sappiamo quando potrà finire, considerati i tempi della giustizia italiana. La mia paura è che non si riescano a rispettare i tempi del superbonus e anche questa volta la possibilità di montare un ascensore possa sfumare.

A votare a favore dell’ascensore sono stati solo otto condomini: perchè?

“Solo 8 condomini esclusi noi, sono interessati all’installazione della piattaforma, ma solo nel caso in cui i costi siano inclusi all’interno del 110%, altrimenti anche loro non potrebbero sostenere la spesa. Oltre al senso civile (una persona che non esce di casa da 15 anni che qualità di vita avrà mai avuto?) e quindi alla mancanza di umanità vorrei sottolineare l’ottusità delle persone che si oppongono, accampando futili motivi quali: diminuita illuminazione del vano scale (la cabina sarebbe di vetro); passaggio ristretto per 1 metro e mezzo (lunghezza della piattaforma elevatrice) di pianerottoli e rampa scala (sarebbe di 90cm anziché 120); rumorosità dell’impianto mentre è in funzione; senso di claustrofobia; durata dei lavori per installarlo (circa 3 mesi) con conseguente disagio e polvere.
Ma questi signori non prendono in considerazione la rivalutazione del palazzo e quindi dei singoli appartamenti con l’installazione della piattaforma elevatrice? La possibilità offerta dal superbonus per abbattimento di barriere architettoniche è un’occasione irripetibile per permettere alle persone disabili ma con scarse possibilità economiche di poter conquistare il diritto di essere liberi di uscire”.

Elisa, vuole fare un appello? 

“Non saprei a chi rivolgermi, ho avuto l’appoggio del presidente di Confabitare Alberto Zanni, che mi sta aiutando, ma più passa il tempo e più temo di non potercela fare. Politici, istituzioni che si sono già cimentati in casi come il nostro? O mi dovrei forse appellare solo al buon cuore di chi forse non ha compreso cosa significhi quell’ascensore per noi?”

 

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