Maker Faire Rome 2018, la storia di Talking Hands

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Maker Faire Rome è la fiera della creatività dove gli inventori si incontrano ogni anno per mostrare al pubblico tutte le loro più innovative realizzazioni. L’evento 2018 si svolgerà alla Fiera di Roma dal 12 al 14 ottobre 2018.

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Le iscrizioni sono già aperte e vista la mole di richieste, l’organizzazione ha deciso di prorogare tutte le Call per consentire davvero a tutti di poter presentare le proprie creazioni al pubblico. In particolare, la Call for Makers è stata propagata sino al prossimo 7 luglio e gli inventori avranno tempo ancora qualche settimana per presentare i propri progetti. L’evento è anche una perfetta vetrina per farsi notare da tutte le grandi aziende che saranno presenti come come Eni e Arrow.

Maker Faire Rome, nel corso delle passate edizioni, ha portato alla luce anche progetti di spessore che hanno ottenuto grandi apprezzamenti. E’ il caso, per esempio, di Talking Hand, una soluzione innovativa per consentire alle persone che hanno problemi di udito di comunicare con le mani. Talking Hand è un particolare guanto indossabile che permette la traduzione della LIS, cioè la lingua dei segni italiana. Questo guanto registra i movimenti delle mani mentre la persona le utilizza per comunicare con il linguaggio dei segni. Una volta registrati, i movimenti vengono tradotti ed inviati ad uno smartphone che poi pronuncerà le frasi corrispondenti attraverso un sintetizzatore vocale.

Un progetto che nel 2016 ha vinto il primo premio di 100 mila euro al contest ROME Prize del Maker Faire di Rome di quell’anno. L’idea di questo speciale guanto risale addirittura al 2013 quando una società americana organizzò un concorso per l’idea migliore per l’applicazione della tecnologia EMG, che permette di comprendere il movimento delle dita attraverso la rilevazione dell’attività muscolare. Francesco Pezzuoli, CEO e socio fondatore della Startup LiMiX SRL che ha ideato questo progetto, pensava di usare questa tecnologia per tradurre le lingue dei segni. Sfortunatamente, la tecnologia EMG non era in grado di riconoscere le posizioni delle singole dita, quindi non era sufficiente per un’applicazione di traduzione del linguaggio dei segni. Ma l’idea è rimasta e, dopo due anni, è nato Talking Hands.

Il primo prototipo di base è stato realizzato nel 2015, utilizzando dei guanti da giardinaggio a cui sono stati collegati dei speciali sensori. Nel 2016, grazie alla stampa 3D sono stati realizzati elementi personalizzati e grazie alla collaborazione con alcune aziende è stato possibile disporre di componenti più specifici per questi “guanti parlanti”. Con questo primo vero prototipo, Talking Hands vinse poi Maker Faire Rome 2016.

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