La solitudine: ecco la prima malattia della persona anziana!

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“L’attenzione per i poveri è nel Vangelo, non è un’invenzione del comunismo o del pauperismo” e con queste coraggiose esplicite importanti parole Papa Francesco ha riunito quanto è nella Chiesa Universale, nel Magistero della Chiesa Cattolica sulla povertà, sulle persone anziane, sulla Fede Cattolica .

Papa Francesco affronta questo delicato problema, che non è nella invenzione fatalista, ma nelle origini del Santo Vangelo, nella tradizione della Chiesa, nelle enunciazioni dei primi Padri della Chiesa nel II e III secolo, che non si possono definire di tipo marxista .

La Chiesa pronuncia apertamente e coraggiosamente con il Sommo Pontefice, nell’invito a vincere la globalizzazione dell’indifferenza, restando molto lontana da qualsiasi motivazione ed ideologia politica, ma mossa unicamente dalle parole di Gesù che ogni uno “ si prenda cura l’uno dell’altro”( Papa Francesco 11 gennaio 2015 Radio Vaticana).

Specifica meglio, Papa Francesco, che nella globalizzazione essa “ ha aiutato molte persone a sollevarsi dalla povertà”, però ad “ una crescita della ricchezza mondiale”, condannando “ tante persone a morire di fame” creando le nuove povertà in un sistema economico e sociale che pone al centro il denaro “ sterco del diavolo” come lo ha definito, trasformandolo in idolo “ provocando profondi squilibri”, nello scarto di ciò che non serve come i bambini nella cultura dell’aborto, i giovani che non vedono un sereno futuro,  negli anziani che vengono abbandonati una eutanasia mascherata .

Insomma Papa Francesco per guarire il mondo dice “ di costruire una società ed una economia dove siano al centro l’uomo ed il suo bene e non il denaro” e dove “ l’etica nell’economia e nella politica” siano inseriti “ programmi e processi orientati ad una migliore distribuzione delle risorse, alla creazione del lavoro, alla promozione integrale di chi è escluso”.

“Non possiamo più aspettare mette in guardia il Pontefice per risolvere le cause strutturali della povertà, per guarire le nostre società da una malattia che può portare solo a nuove crisi”, ma ricorda che il Vangelo “non condanna i ricchi, ma l’idolatria della ricchezza che rende insensibili al grido del povero”.

E quindi mette in guardia dal pauperismo, definendolo “una caricatura del Vangelo e della stessa povertà”. Al contrario, “il legame profondo tra la povertà ed il cammino evangelico”, insegnatoci da San Francesco d’Assisi, è il vero “protocollo” sulla base del quale l’uomo sarà giudicato: esso significa “avere cura del prossimo, di chi è povero, di chi soffre nel corpo e nello spirito, di chi è nel bisogno”.

E questo non è pauperismo, conclude il Papa, ma Vangelo.

E con le sagge parole del Santo Giovanni Paolo II° :” Andiamo avanti con speranza !

 

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