«Giro il mondo grazie alla mia sedia a rotelle»

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Simona è malata di sclerosi multipla da cinque anni. I viaggi sono sempre stati la sua passione e anche oggi, nonostante la malattia, continua a esplorare il mondo da sola. Grazie a una sedia a rotelle speciale

di Alessia Arcolaci

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Mentre scrivo Simona sta partendo per l’India. Insieme a lei, una compagna di viaggio speciale: la sedia a rotelle elettrica, che le permette di arrivare anche in cima alle montagne. Simona, 42 anni, romana, da cinque è malata di sclerosi multipla primaria progressiva a evoluzione rapida. Ma non ha permesso alla malattia di fermare la sua vita. «La malattia può cambiare le abitudini di vita – ha raccontato Simona al Corriere della Sera -ma non voglio permetterle di vincere sulla mia principale passione: viaggiare».
Una vita dedicata a scoprire il mondo. Simona prima della malattia lavorava come tour leader, da Roma era arrivata a Londra, poi Danimarca, Svezia, New York, Chicago e Germania. Poi sono comparsi i primi sintomi.

«Mi sentivo debole e avvertivo una strana stanchezza. Avevo difficoltà a mantenere l’equilibrio, poi ho cominciato a cadere». Così è iniziato un periodo di visite, esami, diagnosi, fino alla certezza della malattia.

«Ero spaventata, i medici dicevano che sarei finita su una sedia a rotelle. Ero da sempre abituata a essere indipendente e a viaggiare: all’età di vent’anni ero stata in Islanda col programma Erasmus, poi in giro per il mondo lavorando prima come animatrice, ma anche come cameriera e commessa, in seguito come tour leader per congressi medici, Finmeccanica, Agenzia spaziale italiana».

Appresa la diagnosi Simona decide di non cedere, anche se è dura, soprattutto per lei che vive a Roma. «Sono rimasta un anno chiusa in casa – si legge su Repubblica -. Roma è una città impossibile per un disabile, poi ho reagito, ho cercato nuovi strumenti, ho imparato a chiedere aiuto a chiunque per strada e ho ricominciato anche a viaggiare».

Così Simona è tornata a sorvolare i cieli di tutto il mondo, ripartendo dal Brasile. La malattia progredisce veloce ma lei non si fa sorpassare e, quando perde l’uso delle gambe, riesce ad ottenere una sedia a rotelle elettrica e super leggera.

«Nel Lazio me l’hanno accordata ma ho dovuto iscrivermi all’Università per dimostrare che avrei avuto bisogno di uscire. Una sedia così costa sui tremila euro, io ho una pensione di invalidità di 300 euro e una di 500 euro per un accompagnatore, è ovvio che costa molto di più un badante e non posso permettermelo. Mia madre mi aiuta, ma da quando mi sono ammalata è caduta in depressione».

Per arrivare in India, Simona ha lanciato, insieme a Cittadinanzattiva, il blog #InViaggioConSimona e una campagna di raccolta fondi su Worth Wearing. «L’India per me è anche una meta spirituale, per questo soggiornerò in un centro ayurvedico, nella regione del Kerala, per riuscire a trovare fiducia in me stessa. Poi, se ci saranno le condizioni, vorrei arrivare anche ai piedi dell’Himalaya, ma la malattia non mi permette di fare programmi».

http://www.vanityfair.it

 

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