6 dicembre 2016 ricorre il 10° anno della “Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità” voluta dall’ONU

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L’Assemblea Generale dell’ONU il 6 dicembre 2006 ha adottato la “ Convenzione sui diritti delle persone con disabilità ” (Distr.General A/61/611 Sixty-first session), Documento di valenza internazionale, sottoscritto dall’Italia il 30 marzo 2007 a New York, ratificato dal Parlamento Italiano ed incarnato nella legge 3 marzo 2009 n. 18 .

onu-istituisce-organizzazione-mondiale-sanitaIl testo in Italia è in vigore dal 15 marzo 2009 (G.U. n. 61 del 14 marzo 2009), condiviso da 191 Paesi aderenti all’ONU, redatto come sancisce l’art.1° “con l’obiettivo di promuovere, proteggere ed assicurare pari diritti alle persone disabili nel rispetto della dignità di ognuno” .

La comunità internazionale ha richiamato nel Testo i principi proclamati nella “Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo” del 10 dicembre 1948 delle Nazioni Unite che riconosce la pari dignità ed i diritti inalienabili degli esseri umani, quali presupposti indispensabili per la pace, la giustizia, la libertà senza discriminazioni.

Il 20 febbraio 2009 il Parlamento Italiano ha ratificata la “Convenzione” e con l’art.2 l’ha approvata “ in toto” compreso il Protocollo Opzionale istituendo un “Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità” composto di non più di 40 persone con un costo di 500.000 euro per gli anni dal 2009 al 2014. Ma cosa sono servite queste persone ?

Ancora una volta debbo ricordare la mancata valutazione di questo Documento, sottovalutandolo nella sua profonda essenza a cominciare dal rispetto alla vita e ritornando alla “Convenzione”, inerente le sofferenze insopportabili, con la scusa di lenire il dolore la così “detta pietà”, potrebbe essere un possibile strumento che oltre che portare all’eliminazione della vita,( art.23 e 25), potrebbe coinvolgere malati psichici, terminali, Alzheimer, disabili fisici, anziani non autosufficienti, applicazione di sterilizzazione onde frenare la diffusione di handicap genetici, forme di eutanasia per evitare la vita senza senso, applicazione dell’aborto selettivo per eliminare figli imperfetti, limitazione delle nascite.

Questemetodologie” che richiamano l’eugenismo ( una antica corrente di pensiero volte al perfezionamento del genere umano e le teorie di selezione della razza tristemente note), sono pratiche biomediche che hanno spianata la strada alle terribili selezioni della razza e del genere umano avvenute nel secolo passato, per le quali la Chiesa Cattolica, come altre Confessioni Religiose, si sono sempre opposte con giuste argomentazioni .

A questo punto si domanda e ci si domanda “dove sono coloro che dicono, oggi, di difendere i disabili, siano essi fisici o psichici, in Conferenze, Giornate, Convegni o che si affacciano negli schermi televisivi ad ammannirci di belle parole ? Forse fanno come Penelope, moglie di Ulisse, che resisteva nobilmente alle istanze dei Proci, serbando la fede al marito andato all’assedio di Troia, promettendo che avrebbe sposato uno di loro appena terminata la tela che di giorno tesseva e la notte la disfaceva ?

Siamo in sintonia con il Vaticano per le decisioni assunte in tema di rivedere le giuste decisioni di non firmare la “Convenzione” ONU ( vedi pag.12 speciale dossier ) .

La Santa Sede pur considerando la “Convenzione” ottima ed importante per il miglioramento della qualità della vita dei 650 milioni di persone con disabilità del mondo ( l’80% dei quali vivono in Paesi in via di sviluppo), quegli articoli (23 e 25) autorizzando l’accesso ai servizi riproduttivi, avrebbe favorito l’aborto, l’eutanasia, la limitazione delle nascite, lo stesso concetto non responsabile dei rapporti sessuali, l’espandersi dell’epidemia dell’HIV/AIDS disattendendo la procreazione responsabile, metodologie di sterilizzazioni che offendono la dignità della  persona, specie per quelle popolazioni più povere e più vulnerabili.

Bisogna considerare che la natura giuridica della Santa Sede è speciale in quanto comprende la Città del Vaticano, che è anche Governo Centrale della Chiesa e l’eventuale ratifica offrirebbe un sostegno morale ad un provvedimento in contrasto con la morale cattolica, specifica azione nella catechesi della Santa Chiesa.

A nostro modesto avviso la riproduzione e la pianificazione familiare ( ripeto art.23 e 25) sono in netto contrasto, oltre con  i principi della Chiesa Cattolica ed i Trattati Internazionali sul diritto alla vita, con l’art.10 della “Convenzione” dove “viene garantito il diritto inalienabile alla vita; con l’art.15 “dove nessuno dovrà essere sottoposto ad esperimenti medici scientifici”; e con l’art.16 dove si protegge “ogni forma di sfruttamento, violenza od abuso”.

Lo diciamo da tempo : é’ veramente inconcepibile e profondamente contradditorio, mi spiace ripeterlo da anni, che una società civile e globalizzata che tende costantemente e giustamente a riaffermare il valore della vita ( no alla guerra, no al terrorismo, no alla pena di morte), la si neghi attraverso il tentativo di ”imporre” norme che inducono alla soppressione radicale della funzione generatrice e procreatrice del genere umano.

Inoltre il voler associare il malato con minorazioni fisiche ( esempio precaria deambulazione, difficoltà motorie degli arti, cecità ) con il malato mentale, ( sofferente dalla depressione-primo disordine funzionale della persona- alla schizofrenia o dissociazione mentale ), non è ammissibile in quanto mentre per il primo sussistono possibilità di inserimento sociale e lavorativo, per il secondo si possono attuare cure specifiche, ma non si possono prevedere né tempi di recupero, né proposizioni lavorative, come recita la “Convenzione” all’art.27, dove viene richiesto coesione d’intelletto e responsabilità.

Quindi il valutare la disabilità fisica, che lo stesso Preambolo attesta “un concetto in evoluzione” ( lettera e), non può essere considerato handicap mentale, per la sua natura specificatamente e particolarmente psichica ( vedere pag. 9 del speciale dossier. ).

Comunque la “Convenzione” è stata elaborata con l’intento di sostituire le politiche caritatevoli, difformi, come in Italia carente di una vigorosa legislazione, e di welfare nei vari Paesi obbligati ad abolire legislazioni che costituiscono discriminazioni nei confronti de diversamente abili, fermo restando il diritto ad ogni Paese ad applicare norme migliorative rispetto alla stessa “Convenzione” sancite dall’art.4.

In conclusione non vogliamo fare tra i due “aspetti di malati” una discriminazione, ma soltanto creare non dico una corsia preferenziale, ma diversa con provvedimenti legislativi da parte dell’Italia, nella ratifica, per la risoluzione di questo particolare, grave disagio sociale.

Le motivazioni inoltrate dalla n/s Associazione ai Governi ed al Parlamento passati  ed in auge a sostegno sono :

1.) la ratifica della “Convenzione” ai sensi dell’art.43 come consenso vincolante e nel rispetto della dignità umana con precise riserve, ai sensi dell’art.47 e tali da escludere ogni possibile riferimento all’aborto, ad ogni metodo o modalità di salute riproduttiva, modifiche non ancora avvenute ! ;

2.) su proposta del Governo al Parlamento nella ratifica, il riconoscimento giuridico di handicappato mentale, perché l’Italia quale membro dell’ONU può proporlo in base all’art.47 della “Convenzione”, fermo restando il diritto ad ogni Paese ad adottare norme migliorative rispetto alla Convenzione” come recita l’art.4 lettera a) che l’Italia deve applicare in sostituzione delle leggi 180 e 833 del 1978 in conformità della legge n.104/1992, richiesta non avvenuta ! :

a.) rispetto della dignità della persona malata psichicamente Petizione 2013 ;

b.) autorizzazione al trattamento obbligatorio anche in assenza del consenso del paziente, almeno in determinate condizioni, con le garanzie di rispetto del paziente considerato persona non padrona delle proprie azioni e dei suoi familiari che, in caso di crisi, non sono in grado di interagire , che in Italia sarebbe la prima volta come richiesta;

c.) realizzazione di strutture territoriali di riabilitazione di lunga durata per i casi più difficili da riabilitare, onde evitare che sulle famiglie gravino un carico insostenibile di disagio, costi e pericoli ;

d.) la competenza di istituire, da parte delle Regioni. di Servizi di Riabilitazione territoriali che consentono di rilevare precocemente comportamenti anormali di pazienti conosciuti od ignoti. Ma l’aspetto sanitario è solo parte, perché quello sociale è altamente importante;

e.) il “dopodinoi” dove il sopravvivente, esempio un figlio disabile, eredita i beni familiari senza essere in grado di gestire la sua vita futura senza una legale protezione, cruccio delle famiglie le quali temono per il futuro dei loro cari ;

f.) con gli attuali euro 279,47 ( 2016) al mese consentono solo di sopravvivere : una vergogna ! ;

g.) prevenzione dei disturbi di comportamento e di psicopatie in età evolutiva, a tutt’oggi non ancora valutata, per consentire di affrontare le psicosi ed in particolare la schizofrenia in modo migliore ed efficace.

Tutto questo ed altro non è stato ancora esaminato da nessuna Istituzione perché a nessuno interessa questo problema sociale e nessuno se ne interessa !

Sul comportamento del mondo cattolico in generale sulla malattia mentale bisogna riconoscere che è sempre stata data una necessaria, attenta e doverosa risposta cristiana ed un crescente spirito di servizio dalla Chiesa Cattolica in una unità d’intenti notevoli da parte delle diverse gerarchie ecclesiastiche, propensi a scuotere le coscienze considerando ed invitando il popolo cristiano e non cristiano al rispetto della dignità dell’uomo, uno dei pilastri dell’antropologia umana .

In questo “momento”, pare, esistere una situazione molto delicata, importante e grave per la salute pubblica, che ho definito “ budget del ricoverato ” che tenderebbe ad abbandonare al loro destino cittadini malati, ma ancora più grave se disabili in tarda età od agonizzanti in quanto finito quel quid finanziario verrebbero dimessi dagli ospedali senza una adeguata protezione alternativa, tanto da determinare il loro precario stato di salute, in pratica una eutanasia mascherata : budget del ricoverato , n/s richiesta nelle Petizioni che il Parlamento ancora deve rispondere !

 

Dostoijevskij diceva che una società va giudicata a secondo come tratta i malati mentali !

In tutto questo noi speravamo assieme all’opinione pubblica, perché la speranza non costa niente e l’illusione aiuta a vivere !

Con le sagge parole del Santo Giovanni Paolo II° : ” Andiamo avanti con speranza !

Previte

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