Pensioni: Renzi conferma, nella manovra Ape e quattordicesima agli assegni più bassi

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Il prestito pensionistico, noto con la sigla Ape in queste ultime settimane si sta sempre di più caratterizzando come una forma di sostegno a disoccupati e lavoratori in stato di bisogno, più che come uno strumento generale di flessibilità.

di Camillo Cipriani

ultime-notizie-pensioni-ad-oggi-renzi-vs-boeri_419149Siccome la somma provvisoria percepita dal lavoratore nel periodo intermedio dovrà essere restituita con detrazione sulla pensione futura, il nodo più delicato è l’individuazione della platea alla quale lo Stato azzererà sostanzialmente il prelievo, attraverso corrispondenti detrazioni fiscali.

Dunque la gratuità (o quasi) del prestito scatterà per disoccupati di lungo periodo (che abbiano esaurito gli ammortizzatori sociali), addetti ad attività usuranti, precoci e disabili (o con un parente disabile da assistere), purché la pensione a cui hanno diritto, certificata dall’Inps, non superi i 1.500 euro lordi. Al di fuori di questi casi l’onere della rata da restituire e della polizza assicurativa sarà invece a carico dell’interessato, salvo eventuali interventi delle imprese nell’ambito di accordi per l’esodo.

Per le pensioni basse Renzi ha ribadito che il canale di intervento sarà la cosiddetta “quattordicesima”, la somma aggiuntiva introdotta dal governo Prodi che oggi è riconosciuta a 2,2 milioni di persone, con una soglia misurata dal reddito complessivo. Se oggi la percepiscono – nel mese di luglio – coloro che hanno un reddito non superiore a 1,5 volte il trattamento minimo, 750 euro al mese, circa, dal 2017 la soglia dovrebbe salire a 1.000. Ma non è escluso un innalzamento anche dell’importo, che oggi va dai 336 ai 504 euro a seconda della carriera contributiva e potrebbe essere maggiorato del 25 per cento.

Ma proprio sulla quattordicesima ha espresso qualche dubbio il presidente dell’Inps Boeri, ricordando in una recente intervista che questo beneficio “va in sette casi su dieci a persone che povere non sono”. Questa obiezione è sostanzialmente basata sul fatto che ai fini dell’erogazione della quattordicesima viene considerato il reddito complessivo degli interessati, ma su base individuale e non familiare. Quindi la somma aggiuntiva può essere erogata anche a chi ha un coniuge relativamente benestante. La situazione è descritta più dettagliatamente in una tabella inclusa nello studio presentato lo scorso anno dallo stesso Boeri e intitolato “Non per cassa ma per equità”. In particolare viene evidenziato come solo il 30 per cento delle erogazioni complessive vadano ai primi due decili di reddito misurato con l’Isee (quindi i più bassi) mentre il restante 70 per cento è percepito da pensionati che si trovano nei decili superiori.

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