Appare non opportuna l’analisi e la metodologia usata proveniente da quelle “tribune” che non considerano la vita decretandone la fine!

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Stiamo “vivendo” un momento della nostra storia etico umana nella quale si evidenzia una situazione sociale sempre più confusa, spesso di difficile lettura da parte dei cittadini, spettando alle Istituzioni ed alla Politica il compito di assumere un ruolo di chiara ed incisiva presenza nei problemi che attendono l’etica naturale, la difesa, la giustizia e lo sviluppo dei grandi valori umani.

foto_cani_325-me-300x209Purtroppo si assiste ad una cultura diffusa di amore verso gli animali, spesso promossi nella serie A della considerazione giuridica e nella rivoluzione etica, che supera a volte anche le necessità ed il centralismo dell’uomo.

I folli episodi che accadono quasi ogni giorno sono da accogliere con umana comprensione, considerazione e presa di coscienza, mentre notiamo che la risposta da parte delle Istituzioni non è immediata, anzi rimane nel più completo silenzio sempre inevaso per quanto abbiamo richiesto in merito alla “voglia di vivere degnamente” dei malati psico-fisici, senza contare i disagi delle loro famiglie e di una società sempre più costernata, inerzia delle Istituzioni da ben 38 anni !

Il problema di staccare la “spina”per coloro che sono in fin di vita, che personalmente non condivido non solo per il fatto in se stesso, ma anche perché ci porta ad una complessa ed ampia riflessione che consiste nel considerare senza valore la vita umana, in nome della così detta “pietà”, che potrebbe coinvolgere persone anziane, non autosufficienti, i malati psico-fisici tutti uniti in un unico abbraccio della sofferenza e che per i meno sensibili sono considerati un fardello di persone inutili.

Vogliamo però fare una considerazione nel dire che l’eventuale accoglimento di legalizzazione di una possibile “licenza di uccidere”, si configura come eutanasia, ingiustizia, fuga e rinuncia ai reali problemi che pongono, ripeto da tempo, i malati  di cui sopra.

L’uomo della strada rifiuta categoricamente i giochi politici, mentre le famiglie nelle quali insiste un “malato di ogni gravità” cercano di “ resistere ”, ma una società che vuole proteggersi dai molteplici episodi causate da menti psichicamente instabili, appare non opportuna l’analisi e la metodologia usata proveniente da quelle “tribune” che non considerano la vita decretandone la fine !

E’ una domanda che si pone sia l’uomo qualunque, sia il cristiano in genere, che il cattolico in particolare !

E con saggezza del Santo Giovanni Paolo II° :” Andiamo avanti con speranza !”

Previte

http://digilander.libero.it/cristianiperservire 

 

 

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